martedì 26 agosto 2008

10 agosto, giorno 10: ancora Budapest. Treno Budapest-Vienna. Auto Vienna-Milano

Ultimo giorno. Il rientro, ma prima di rimetterci in viaggio ci concediamo ancora qualche ora a Budapest.

Scopriamo che non ci sono piu' posti per le bici sul treno diretto per Vienna (abbiamo chiamato tantissime volte all'ufficio informazioni ma non avevano pensato di dirci che ci potesse essere questo rischio). Ci trovano un'alternativa: cambio a Gyor. Fare su e giu' dai treni con bici, bimbi e annessi e connessi non e' proprio una passeggiata, anche perche' avremo solo un quarto d'ora, ma non abbiamo alternative.

In meno di quattro ore facciamo la strada che abbiamo conquistato chilometro dopo chilometro in una settimana. E' strano. Per alcuni passaggi la ferrovia corre lungo la ciclabile che abbiamo percorso. Riconosciamo dei tratti. Ormai i paesaggi della campagna ungherese, slovacca, austriaca ci sono incredibilmente familiari.

Arrivati. Ancora Vienna. Dalla stazione raggiungiamo (un po' a fatica visto che abbiamo una bici in meno!) il parcheggio. Ritroviamo la nostra macchina. Sono le 5. Ripartiamo. Ci aspettano ancora 1000 km. In auto, questa volta.


E' stata una vacanza eccezionale. Il ritmo lento del viaggio in bicicletta consente di recuperare una nuova dimensione. Un viaggio in bibicletta consente di guardare e non solo di vedere. Consente di cogliere i dettagli, scoprire le piccole cose. Viaggiando in bicicletta sei padrone del tuo tempo. Un viaggio in cui quello che conta è il viaggio stesso e non la destinazione.

Viaggiare in bicicletta con i bambini consente di vivere insieme il viaggio in modo pieno, totale. Ore insieme, vicini. Il più delle volte "a portata di bacio".

A osservare. A indicare. A cantare. A raccontare.

In mezzo alla campagna. Pedalando tra i campi di girasole. Tra i campi di mais.

Ogni giorno una scoperta. Dietro ogni curva poteva esserci una sorpresa, qualcosa di nuovo, di inatteso.

Quanti animali abbiamo visto: cicogne e farfalle, mucche e cavalli, lumache e gattini, anatre e oche. Quanti discorsi abbiamo fatto. Quanti ricordi da portare a casa.

"E le mie gambe han camminato tanto. E la mia faccia ha preso tanto vento. E coi miei occhi ho visto tanta vita. E le mie orecchie tanta ne han sentita. E le mie mani hanno applaudito il mondo..."

Lorenzo Jovanotti - Dove ho visto te.

1 commento:

Alessandro ha detto...

Voi siete indubbiamente matti, comunque complimenti: un'esperienza davvero bellissima! Un po' vi invidio... Alla mia età non sarei sopravvissuto!
Alla prossima avventura.

A